4 ottobre 2006: Gbaffo la firma del gemellaggio
Siamo di nuovo sul nostro territorio il quale si rivela ai nostri occhi dopo qualche chilometro di pista. nessuno penserebbe mai che in un posto così interno e sperduto si possano trovare tanti villaggi, tanta vita e tante vite. pochissimi conoscono queste zone, anzi addirittura sembra che noi siamo i primi bianchi ad aver penetrato questo territorio e a prendercene cura Come molti altri agglomerati di villaggi che si trovano fuori dai grandi centri, anche questi sono dimenticati e con essi rimane inesplorato tutto il potenziale umano il quale rimane cosi’ a livelli primordiali, non esce dal piccolo guscio dei bisogni primari che restano peraltro scarsamente soddisfatti tante sono la poverta’ e l’ignoranza, agli occhi e al cuore si offre un quadro di miseria sconfortante. La scuola di gbaffo e’ frequentata dai bambini provenienti da Huadebagni, Gnopignon e Zanzoumadon , mentre awaya possiede la sua piccola poverissima scuola nella quale sosteniamo 24 degli 81 bambini per la mensa scolastica e abbiamo 6 sostegni a distanza.
Kpossegan e’ il piu’ lontano da tutte le scuole e infatti la’ i bambini non frequentano, inoltre non possiede neppure un pozzo dal quale attingere acqua potabile. Ebbene in questo viaggio di settembre abbiamo avuto il piacere di consegnare il denaro che sara’ utilizzato per la costruzione di un pozzo, inoltre l’associazione aleimar ha offerto di pagare un maestro il quale fara’ lezione ai bambini e una capanna che sara’ costruita per dare vita alla prima scuola del villaggio. gli abitanti non trovano le parole per esprimerci la loro gratitudine. Ci rechiamo a gbaffo dove ci aspettiamo di vedere tutti i bambini seduti al loro banco dato che dal 1° ottobre tutti sono rientrati a scuola, ma non e’ cosi’, o meglio i bambini ci sono e lavorano ma non certo sui libri, sono tutti chini per terra con le loro zappette che stanno lavorando per pulire, togliere radici e mettere a posto tutto il terreno intorno alla scuola. Chi non e’ qui si trova nei campi con la mamma o i parenti per fare lo stesso lavoro. La nostra mappa mentale non prevedeva tale percorso dato che per noi il rientro a scuola e’ tutt’altra cosa…… il lavoro di ripulitura durera’ una quindicina di giorni; mentre le minacce di sciopero da parte degli insegnanti che reclamano il loro diritto allo stipendio faranno slittare la data effettiva dell’inizio lezioni non si sa a quando. A gbaffo oggi ci saranno alcuni eventi importanti: il primo e’ legato alla firma che sancisce il gemellaggio tra il collegio di gbaffo e l’istituto pacini di pistoia, la cerimonia inizia in una grande aula piena di ragazzi del collegio e bambini della scuola elementare ai quali nessuno si e’ preoccupato di spiegare cosa sta per succedere: prendo l’iniziativa e faccio io l’annuncio cercando di essere piu’ esplicativa possibile e cercando di coinvolgere i ragazzi parlando anche dello scambio di corrispondenza, cerco di coinvolgere anche i professori sollecitandoli ad essere piu’ aperti con i ragazzi i quali sono protagonisti e destinatari del gemellaggio.
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Mi rendo conto che stiamo aprendo porte nuove ad universi mai esplorati dove ognuno dovra’ fare la propria crescita sul piano qualitativo, dunque se e’ vero che da parte nostra c’e’ la disponibilita’ a condividere risorse, scambi e tecnologie, da parte degli insegnanti si dovra’ cercare di entrare in un’ ottica in cui il ragazzo diventa protagonista di se stesso, rivelatore di un potenziale umano da investire e non rimanga l’elemento passivo che riceve senza interagire le nozioni incontestabili dell’insegnante.Il momento della firma e’ solenne e per il direttore sembra quasi un momento di gloria, lui si sente importante, quasi un prescelto per un riconoscimento che gli rende onore.Seguono i discorsi di cuore e vita, del direttore, il mio e infine si apre la bandiera del benin che ci viene consegnata chiedendo in cambio, ovviamente, la bandiera italiana che avremo il piacere di consegnare il prossimo anno.Alla cerimonia della firma segue la consegna dei computer che abbiamo inviato col container e di tutto il materiale che l’istituto pacini ha raccolto per gli studenti; materiale che verra’ distribuito equamente e al bisogno. si passa quindi alla consegna dei premi per i piu’ meritevoli, fortemente incoraggiate le studentesse che sono di solito le piu’ penalizzate per gli studi.Segue la consegna delle forniture scolastiche ai nostri orfani sostenuti a distanza e oltre all’occorrente per la scuola viene data loro anche una zanzariera per proteggersi dalle fameliche zanzare portatrici di malaria.
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Una sorpresa dopo l’altra e quindi si parla del forno, anch’esso arrivato per container, tanto faticosamente e’ stato portato a dassa’, presso la sede di cuore e vita, nostro referente e rappresentante in questa zona. dassa e’ il centro piu’ grande vicino ai nostri villaggi ed e’ qui che verra’ installato.A questo riguardo sono chiamata a chiarire qualcosa circa la solidarieta’ e la condivisione perche’ questo forno ha suscitato liti fra i villaggi che se lo contendevano. col mio intervento ho reso il forno un’elemento neutro che non appartiene a nessuno, ma viene gestito da cuore e vita a beneficio di tutti i villaggi. ogni villaggio avra’ qualcuno che sara’ incaricato per la vendita e ci sara’ lavoro per chi produrra’ il pane. in questo modo gli animi si sono calmati e la situazione al momento e’ tranquilla. Ho dato alcune precisazioni riguardo al sostegno a distanza a causa della perplessita’ che questo suscita nella gente del villaggio la quale vede gli orfani come dei privilegiati dai bianchi. e’ vero che noi aiutiamo gli orfani, ma il vicino di capanna che e’ a sua volta poverissimo soffre di invidia e questa si puo’ trasformare in azioni negative verso chi riceve l’aiuto…anche qui bisogna fare educazione alla solidarieta’ precisando che chi si muove dall’italia lo fa per condividere qualcosa di utile e bello che e’ in grado di donare, ma che non arricchira’ nessuno, al massimo potra’ dare un aiuto tale da permettere a chi e’ solo di poter almeno mangiare, andare a scuola ed essere curato se si ammala. Si rimane comunque disponibili a casi di emergenza perche’ anche chi non e’ orfano qui non mangia piu’ di una volta al giorno……si incontrano bambini per i quali viene richiesto un intervento sanitario e che non sono tra quelli direttamente sostenuti; ma questo non si rifiuta a nessuno.Il sostegno a distanza per un bambino spesso richiede uno sforzo piu’ alto della cifra di base stabilita in 300 euro all’anno proprio perche’ c’e’ bisogno, di aiutare altriNon e’ facile girare per i villaggi, entrare in misere capanne di fango e trovare una madre con quattro o cinque figli e nell’osservarli accorgersi che hanno addosso tutti i segni della malnutrizione, a volte gli sguardi sono spenti e impauriti, sono persone che non si aspettano niente, ma la nostra presenza qui e’ un piccolo raggio di sole che entra nel buio totale e accende quella famosa speranza alla quale, ognuno, per le ragioni piu’ disparate, a qualsiasi livello di esistenza o di condizione umana aspira per poter raggiungere un livello di serenita’ piu’ elevato. Quel raggio di sole e’ il primo passo per creare una nuova condizione, dove l’entusiasmo e il coraggio di mettersi in gioco permettano un’elevazione ancora maggiore che porti, speriamo, passo dopo passo, all’autosufficienza.